Il gioco d’azzardo illegale continua ad estendersi
Anche se “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare” sarebbe assolutamente necessario che nel mare di problematiche che sta vivendo il nostro Paese, per la sua ripartenza e per la ricostruzione dell’economia del Sistema Italia, si trovasse “una barca sulla quale far navigare” addirittura il riordino nazionale del gioco e dei migliori casino italiani. Ma se questa barca non prenderà il “largo” con una certa urgenza gli affari del gioco illegale, gestito dalla criminalità organizzata, continueranno a crescere in modo esponenziale e quello che più conta non sono certo i guadagni, ma proprio la presenza “fisica” del gioco illecito sul nostro territorio. Illegalità che si accompagna a tutto quello che vi gravita ovviamente attorno, che mette in pericolo non solo le imprese di gioco legali, che agiscono a nome e per conto dello Stato offrendone i suoi prodotti, ma anche il territorio che appare sempre di più gravato da tutti quegli affari poco leciti che la criminalità porta con sé, sopratutto in questo periodo d’emergenza economica.
In effetti, si è sottolineato più di una volta che l’illegalità è “padrona” di tantissimi contanti che nell’occasione della pandemìa possono essere messi a disposizione, naturalmente ad interessi di usura, di quelle aziende del gioco (ma anche di altri settori) che necessitano di liquidità. Le imprese legali, di certo, vorrebbero continuare a tentare di tenere aperti i propri battenti, cercando di ritirare su la testa dopo il periodo emergenziale: ma tutte le aziende stanno facendo fatica a ripartire per tantissimi e diversi motivi, e ciò che in special modo manca è il movimento di danaro, di richiesta di prodotti e la mancanza di clienti che riescano a superare il loro timore del contagio e riescano a rientrare nei negozi, negli alberghi, nei ristoranti, nelle sale da gioco d’azzardo. Di fronte a questo scenario è fin troppo evidente capire che per quanto riguarda il mondo del gioco la responsabilità di quello che sta accadendo alla sua industria sia da far risalire oltre che alla pandemìa, anche alla mancanza di un riordino nazionale che metterebbe il gioco pubblico in condizioni di vivere tranquillamente le proprie attività nelle quali hanno investito e programmato il futuro.
Oggi, purtroppo, per il mondo del gioco questo non è possibile: oltre all’emergenza sanitaria che ha messo tante imprese in situazioni di estremo disagio, le attività ludiche devono confrontarsi sempre con i vecchi strumenti messi in campo per contrastare (si dice) il gioco problematico: per intenderci i distanziometri di diversa misura e le fasce orarie di accensione degli apparecchi di gioco. Tutto questo è ancora “vivo e vegeto” e non c’è dubbio che sia ostativo alle attività di gioco che, dopo la chiusura di tanti mesi, sentirebbero la necessità di essere “più libere” e di non avere così tanta concorrenza con l’illegalità del gioco che, invece, prospera in barba alle concessioni statali che avrebbero dovuto proteggere gli investimenti degli addetti ai lavori del gioco pubblico. Ma così non era prima del coronavirus e peggio ancora non lo è adesso: i “cassetti” dei punti di gioco legale sono sempre meno pieni, mentre la tassazione che devono subire continua ad essere ben presente.
Inutile anche continuare a sottolineare che l’unico e vero beneficiario di questa pandemìa e della latitanza ancora attuale dell’Esecutivo nel dare “dovuta manforte alle sue Riserve di Stato” con una ben studiata riforma del settore, è il mercato illegale al quale non pare vero che si perseveri ostinatamente in una situazione così disagiata per il gioco pubblico che continua ad assistere alla contrazione dei propri introiti e non può far nulla in proposito. Se non interviene lo Stato centrale con una posizione decisa, studiata e ben congegnata, magari prendendo spunto sempre dalla famigerata Conferenza Unificata del 2017, il settore dei giochi, comprese le scommesse sportive, si spegnerà piano piano (e forse questo è il desiderio di qualche parte politica), però lasciando il posto alla criminalità organizzata che sta gestendo con estrema perizia le sue attività di gioco essendo riuscito persino a tenerle inspiegabilmente aperte durante il lockdown, mentre il gioco legale è stato costretto a rimanere ostinatamente chiuso al suo pubblico.
Quello che indubbiamente emerge da queste righe è che la responsabilità della situazione attuale del gioco è soltanto politica che per anni si trova ristretta in un’ideologia falso-moralistica che sospinge a non guardare in modo obbiettivo il gioco: intrattenimento e divertimento ricercato da tante persone che vi trovano leggerezza e spensieratezza. Ma questo non è visto nello stesso modo dai vari Esecutivi che negli ultimi anni si sono succeduti e che hanno consentito alle Regioni di mettere in campo leggi che sicuramente non hanno agevolato il gioco pubblico, mentre quello illegale sì. Per tutto questo atteggiamento ostativo ad un mondo dei giochi composto da tantissime piccole e medie imprese ed anche da più di 150mila lavoratori, l’industria del settore ringrazia la politica e lo Stato centrale ed avvisa che il tessuto imprenditoriale di questo comparto rischia davvero a questo punto di essere compromesso.
E tutta la filiera si domanda anche se non sia arrivato il momento di mettere in atto tutte le promesse che sono state fatte, sopratutto recentemente, alle organizzazioni di categoria ed agli operatori. Il riordino nazionale dei giochi dovrebbe rientrare nelle diverse priorità che ha ora il Governo, ma provvedimento che dovrebbe rientrare nell’immediatezza perché sono troppo “pesanti” i danni che l’intero settore dei giochi sta subendo e che non sarà per niente facile contenere in limiti tali da poter continuare a tenere le imprese aperte, mantenere il posto di lavoro per i dipendenti, rappresentare tutti i prodotti di gioco di Stato. Mentre il gioco illecito e l’illegalità continuano a progredire nei loro incassi e nella loro presenza sull’italico territorio: anche i cittadini sono a rischio con così tanta criminalità che vive alla luce del sole e con tutti gli “specchietti per le allodole” che è in grado di sottoporre ad imprese e cittadini che hanno necessità di liquidità.
Pubblicato il: 29 Agosto 2020 alle 10:00
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