Cosa succederà al gioco nel Regno Unito
Prima di affrontare ciò che interessa in queste righe, il gioco d’azzardo ed i migliori casino online, “ci piace” fare i complimenti ai conservatori britannici che con Boris Johnson hanno vinto le elezioni che si sono appena tenute, fra tanto rumore dei media, nel Regno Unito e che accompagneranno questo schieramento verso la Brexit con tutto ciò che ne consegue. É stato indubbiamente un grandissimo successo, quasi un plebiscito e, di conseguenza, tale Gruppo guiderà il popolo britannico per cinque anni e ciò rappresenta, appunto come detto, che si porterà con sé l’uscita del Regno Unito dall’Europa che non è avvenimento da poco, sicuramente. Ma, altresì, porterà mutamenti nel mondo del gioco, seppur in quel Paese tale settore sia molto ben seguito, molto ben regolamentato ed anche portato ad esempio per i Regolatori di altri Stati. Il gioco, come si sa, è croce e delizia per tutti i territori, poiché ovviamente porta senza ombra di dubbio divertimento ed intrattenimento, ma anche delle derive da tenere sott’occhio, da prevenire e da curare con la massima attenzione altrimenti possono diventare “alquanto scomode” per chi ne viene, purtroppo, coinvolto.
E questo, naturalmente, sia in Italia che in qualsiasi altro Paese. Ma anche il gioco d’azzardo nel Regno Unito subirà cambiamenti, non solo quindi a seguito della Brexit che implicherà, indubbiamente, problematiche più a vasto raggio e di rilevanza economica planetaria: ecco spiegato il motivo per il quale si vuole curiosare sui progetti che i conservatori hanno nel cuore per il settore dei giochi, in modo particolare perché l’argomento è stato inserito nel loro programma elettorale. Senza dubbio, si prevede che vi sarà un intervento alquanto impegnativo nei confronti della regolamentazione perché si dovrà provvedere a modernizzarla considerato anche che il Gambling Act, considerando i passi avanti fatti dall’online, comprende provvedimenti, interventi e regole che si riferiscono ad un discorso analogico in un’era, come si comprende, sempre più digitale.
Uno dei primi punti sui quali si dovrà intervenire è il contrasto della dipendenza da gioco, argomento primario che deve intercettato, tenuto presente e valutato con coscienza e responsabilità, come si dovrebbe fare con tutte le altre dipendenze. Poi, un altro argomento da affrontare e da risolvere è quello dei problemi che stanno nascendo in relazione alle loot boxes poiché vanno a toccare il settore dei più giovani ed andrà esaminata attentamente questa sensazione che possano “spingere verso il gioco d’azzardo”, cosa sicuramente non da sottovalutare. Oltre alla modernizzazione della regolamentazione ed il contrasto della dipendenza da gioco, ed anche le loot boxes, un altro argomento di estremo interesse generale da affrontare è l’uso delle carte di credito nel gioco: oltre tutto, argomento che sta per essere trattato da diversi Regolatori poiché questo mezzo di pagamento sta suscitando parecchio clamore sopratutto dopo che troppo facilmente possono essere usati danari del conto corrente per giocate d’azzardo.
Infatti, sono anche intervenuti gli Istituti di Credito che stanno mettendo dei veti sulle transazioni che attengono il gioco. Ma questo è senza dubbio un argomento di difficile trattazione poiché va a toccare la libertà personale di decidere come impiegare i propri quattrini, ma discussione che deve assolutamente trovare una soluzione prima che siano troppe le persone che si rovinano con questo mezzo di pagamento. Nel programma dei conservatori, però ad oggi non sono ben chiari i “termini su questo intervento”: cioè se con maggiori iniziative che riguardano la prevenzione e la cura del gioco problematico, oppure con maggiori restrizioni dirette all’industria del gioco. Quello che è sicuramente certo è che i conservatori hanno dichiarato che vi sarà una revisione del Gambling Act del 2005 che è indirizzato a fornire raccomandazioni su alcuni precisi punti.
I più importanti sono i limiti di premi e puntate, uso improprio dei pagamenti con carta di credito, nuovi modi per ottenere entrate a sostegno della prevenzione del gioco problematico ed, infine, il prelievo volontario. Tale prelievo significa che i proprietari di diverse aziende di gioco si sono offerti volontariamente di aumentare il prelievo che l’anno scorso era di 10 milioni di sterline, all’1% per i prossimi cinque anni. Nel comunicato in cui si menzionava questo aumento del prelievo volontario, si comunicava anche l’aumento delle cliniche per i malati di disturbo da gioco del Servizio Sanitario nazionale. Si passa da 2 a 14 il che non può essere considerata una buona notizia, poiché questo determina chiaramente un forte aumento del fenomeno gioco e quindi dei giocatori, ma anche di coloro che vengono coinvolti dall’abuso del gioco. Quindi, per quello che riguarda il post-elezioni rimangono i programmi annunciati anche, se, sicuramente il premier neo-eletto avrà ben altro a cui pensare. Ma non si può fare a meno di pensare all’impatto della Brexit sulle aziende italiane che attualmente operano nel Regno Unito.
Infatti sono circa 700 mila gli italiani che operano su quel territorio. Il periodo di transizione concordato con l’Unione Europea sarà in vigore dal 31 gennaio 2020 sino al 31 dicembre 2020 dove resterà invariato il principio di libera circolazione delle persone e dei beni. Un anno di tempo in cui i cittadini europei che risiedono in territorio inglese da oltre cinque anni, potranno richiedere la residenza permanente. Chi invece ha meno di cinque anni di permanenza potrà fare richiesta per il “pre-settled status”, ma non è garantita alcuna accettazione della conversione. Per chi parte, invece, da “zero” per la residenza nel Regno Unito esistono nuove normative da rispettare: chi avrà un lavoro specializzato godrà di una precedenza. Ovviamente sarà necessario sempre un permesso e bisognerà, naturalmente, avere un lavoro. Per i cinque anni successivi non si avrà, però, diritto all’assistenza sanitaria nazionale, né sussidi e si dovrà pagare una tassa di 625 sterline a testa. Per i turisti, potranno richiedere ed ottenere un visto elettronico online di tre mesi, ma solo chi è in possesso di un passaporto biometrico.
Pubblicato il: 6 Gennaio 2020 alle 10:00
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