Anche il gioco senza vincita in denaro deve lottare per ripartire

gioco senza vincita in denaro lotta per ripartire

Quando si parla di gioco e di casino legali italiani, inevitabilmente si scivola a parlare del gioco d’azzardo ed ancor di più delle “macchinette mangiasoldi” come vengono chiamate benevolmente da un certo schieramento politico: con difficoltà ci si avvicina al gioco parlando del puro e sano intrattenimento senza vincita in danaro, l’amusement, quello prevalentemente destinato ai più giovani. Quindi in queste righe si vuole dedicare a questo segmento l’attenzione che lo stesso merita poiché è composto da tantissime aziende operose e creative che in occasione della pandemìa hanno dovuto però tenere chiusi i battenti come tutto il resto dell’industria: peccato che gli introiti dell’amusement si sviluppino prevalentemente dalla primavera all’estate quando si sta piacevolmente all’aperto e la famiglia si dedica qualche fine settimana tutta insieme nel divertimento. Quest’anno tale tempistica non ha potuto essere rispettata e le strutture di intrattenimento sono in profonda crisi economica, vuoi per la mancata apertura vuoi anche nella ripartenza considerando che il turismo, sul quale queste apparecchiature in parte si basano, è praticamente quasi del tutto ancora fermo.

Le località turistiche e balneari lungo tutta la nostra meravigliosa costiera e dove l’amusement “la fa un po’ da padrone” non riescono a vedere una luce economica risplendente. Ciò non succede soltanto nel nostro Paese perché tutto questo mercato è fermo, come tanti altri settori che sentono maggiormente l’influsso del turismo, del bel tempo, della serenità e della certezza “che tutto andrà bene”. I conti sicuramente si faranno a fine stagione poiché tra le operazioni di bonifica e l’adeguamento agli altri protocolli senz’altro non si è avuto ancora il tempo di valutare bene “cosa contiene il cassetto a fine giornata”, ma la sensazione non è delle più rassicuranti. Anche perché le risorse tanto declamate quasi rimangono a livello di chimera, particolarmente per quello che riguarda il mondo dei giochi ed in questo caso di quello senza vincita in danaro che troppo spesso viene affiancato e confuso con “l’altro gioco”, quello con vincita, che spesso trascina l’amusement sulle vie tortuose della sopravvivenza, sempre alquanto difficile.

Per questo, l’amusement del nostro Paese ha fatto passi da gigante per “staccarsi dall’altro gioco” in modo da essere individuato come puro intrattenimento, ma il virus non fa distinzioni di categoria ed ha colpito in modo uniforme tutte le attività commerciali impedendone i percorsi, oppure obbligando le aziende ad uniformarsi a protocolli complicati e costosi qualora si volesse aprire ma in massima sicurezza, sia per i dipendenti che per i nuovi avventori dell’era post Coronavirus. Quello che purtroppo si può già constatare è che siamo alla fine di luglio ed una gran bella fetta di estate è già trascorsa, e si guarda con speranza ad agosto e magari a settembre che spesso è un mese foriero di sole e di leggerezza, dove ancora si va in vacanza ed i turisti (?) potrebbero fare capolino. Ma anche in altre realtà territoriali l’amusement si lamenta: forte riduzione degli incassi e dei visitatori anche nel Regno Unito, dove si sa che il gioco è un settore parecchio seguito con tantissimi estimatori.

In Inghilterra i centri di intrattenimento sono aperti dalla metà di luglio ed accompagnati da un notevole entusiasmo degli operatori che hanno aperto i battenti, ma entusiasmo che si è subito raffreddato, e l’amusement stenta a ripartire per gli stessi motivi che lo accomunano a quello del nostro Paese: il timore dei visitatori di trovarsi in posti affollati e le misure di contenimento del virus che rendono tutto più difficile da vivere anche se si tratta di puro intrattenimento. Il primo parco di gonfiabili ed a trampolino di Lincon riaperto in settimana dopo ben quattro mesi di lockdown deve imporre ai visitatori di indossare nuovi calzini sul posto. Ed anche il nuovo parco giochi di avventura di Daventry, poco utilizzato perché di recente apertura che purtroppo si è scontrata con la pandemìa, ha riaperto i battenti ma dove c’è aria di tristezza ed addirittura alcune aree sono state chiuse in modo definitivo. Stessa sorte per l’area di gioco soft Den a Playmouth costretta a chiudere non potendo supportare le restrizioni imposte all’intrattenimento.

Invece polemiche infinite hanno contornato l’apertura del parco a tema Gulliver Valley dove sono state imposte le mascherine ai bimbi di età inferiore ai tre anni, mentre questa norma viene introdotta in altri parchi all’età di sei anni e le linee guida richiedono le mascherine solo per i bambini di 11 anni. Quindi, diciamo che anche nel Regno Unito l’amusement ha il suo bel da fare e non ne può nascere che disagio. Risulta indubbio che la pandemìa abbia creato notevoli scompensi a livello globale e proprio con ciò l’amusement dovrà confrontarsi. Il mercato italico, invece, si dovrà probabilmente affidare solo ai visitatori che avranno l’ardire di spostarsi di città in città lungo il nostro Stivale, senz’altro apprezzando meglio le nostre bellezze: ma è il mercato estero quello che portava più movimentazione di danaro e quest’anno il turismo latita spaventosamente. Almeno quel turismo di “massa” che riempiva le spiagge e le città balneari usufruendo appunto delle apparecchiature d’intrattenimento che erano pronte e sfavillanti ad accontentare grandi e piccoli con i loro innocenti giochini.

Quello che possono fare gli operatori dell’amusement, oltre a constatare la quasi totale assenza di turisti special modo quelli di Austria e Germania dove le sale giochi quasi non esistono, è mettere a disposizioni location perfette sotto il profilo del contrasto al Coronavirus: quindi, mascherine e disinfettanti ovunque in modo da trasmettere certezza nei dispositivi per la tutela della salute, cosa che consente di lavorare bene per quel poco mercato presente. Nelle sale non vi sono assembramenti “tipo movida” per intenderci e la maggior parte dei visitatori si adegua alle regole di sicurezza compreso il distanziamento sociale che all’inizio appariva un problema, e frequenta i giochi con serenità e quasi senza timore: cosa già di per sé soddisfacente perché la paura aleggia ancora. E questi sono i lati positivi a livello sociale, ma a livello economico è chiaro che il “bilancio e spudoratamente in rosso”.

Pubblicato il: 10 Agosto 2020 alle 10:00

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